Secondo quanto messo in luce dalla 9° edizione del COIMA Real estate Forum, gli investimenti nel mercato immobiliare – commerciale e residenziale – nei primi nove mesi del 2020 si attesterebbero sui 5,3 miliardi di euro. Nonostante i numeri in leggera contrazione rispetto allo scorso anno, i compratori non sembrano rinunciare alla voglia di mattone, con un 10% in più di quote allocate in asset immobiliari.
Vediamo quindi insieme i trend post Covid, in particolare per ciò che riguarda gli uffici, che sono stati delineati durante questo appuntamento annuale.
Come saranno gli uffici del futuro
L’esperienza mondiale della pandemia rappresenta un vero e proprio giro di boa per l’intero settore immobiliare, con un conseguente cambiamento delle varie dinamiche del mercato e delle attività collegate alla vendita e all’acquisto di immobili.
Primi tra tutti a risentire di queste trasformazioni saranno i luoghi deputati alla vita professionale: gli uffici, infatti, alla luce di un sempre maggiore ricorso allo smart working dovranno necessariamente cambiare volto.
Lavorare da remoto, almeno nella grande maggioranza dei casi, significherà per le aziende un vero e proprio cambiamento strutturale e dell’organizzazione interna, compresa quella degli spazi. Stando alle attuali previsioni, lo smart working in Italia passerà dal 5% al 30-40%, riducendo così il fabbisogno di spazi da adibire ad uffici. In parallelo si tenderà all’interno dei luoghi lavorativi ad aumentare le aree comuni, portando l’attuale 40% al 50-60%.
COIMA prevede che si assisterà presto allo sviluppo di quartieri resilienti e di alta qualità, che attireranno gli interessi dei conduttori, adesso più sensibili rispetto al passato a tematiche diverse dal solo che prezzo. Questi quartieri olistici dunque diventeranno sempre più appetibili, a scapito di quartieri indifferenziati che rischieranno di perdere attrattività date le nuove esigenze di mercato.2