Ecobonus 110 corsa al via dal 1º luglio 2020. Il bonus 110 per gli interventi di ristrutturazione che comportino un efficientamento energetico dell’immobile entra nel vivo. Ma sull’ecobonus 110 per cento sono ancora molti i punti da chiarire, dalle seconde case al mercato della cessione del credito.
Previsto dal decreto rilancio, l’ecobonus 110 per cento è una detrazione Irpef e Ires del 110% nell’ambito di tre grandi interventi trainanti, ovvero la “sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti” “sugli edifici unifamiliari” o sulle “parti comuni degli edifici”; “la sostituzione di impianti a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geoterminici; “il cappotto termico”, e infine “gli interventi antisismici”.
Se viene effettuato uno di questi interventi denominati “trainanti” l’ecobonus 110 viene esteso anche ai lavori tradizionali per il risparmio energetico, all’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, e anche all’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi id accumulo. Possono beneficiare del bonus 110% tutti i condomini e in caso di lavori su edifici di un unico proprietario solo se questo è una persona fisica.
Contenuto nel decreto rilancio, in corso di approvazione al Parlamento, la norma sull’ecobonus al 110 per cento, potrà subire ancora ulteriori modifiche. In particolare c’è un emendamento al vaglio della Commissione Bilancio che riguarda l‘ecobonus 110% per le seconde case. Nell’emendamento al dl rilancio viene previsto l’allargamento dell’ecobonus anche alle seconde case unifamiliari, come le villette a schiera (mentre vengono escluse le case signorili, le ville e i castelli) e al terzo settore. L’estensione dell’ecobonus 110% alle seconde case è consentito su un massimo di due unità immobiliari.
Un altro punto ancora incerto riguarda i decreti attuativi dell’Agenzia delle Entrate per l’ecobonus 110. Secondo quando previsto dalla norma, le modalità attuative per la detrazione o in alternativa per lo sconto in fattura o la cessione del credito devono essere stabilite da decreti attuativi dell’Agenzia delle Entrate, che a questo punto dovrebbero arrivare non prima della conversione definitiva del decreto rilancio.
Inoltre anche per quanto riguarda la cessione del credito d’imposta, alternativa allo sconto in fattura, per l’ecobonus 110, manca una “borsa” delle cessioni con soggetti accreditati per evitare le speculazioni di preventivi troppo gonfiati.
Per quanto riguarda i massimali di spesa del bonus 110, questi saranno rimodulati in base alla tipologia dell’edificio. Mentre la tanta anelata estensione dell’ecobonus 110 fino al 30 giugno 2022 avverrà, con ogni probabilità solo per gli interventi di efficienza energetica per le case di edilizia popolare.